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Pubblicato: febbraio 28, 2014 in Uncategorized

Benvenuti

Pubblicato: gennaio 17, 2013 in Uncategorized

Salve amici!
Vorrei rendervi partecipi di un’idea nata dal desiderio di trasformare le mie “visioni” in un racconto articolato per immagini, da sviluppare in uno spazio virtuale creato su misura in un nuovo blog. Ci sono idee che a volte hanno la stessa immediatezza di uno scatto fotografico sia a colori che in bianco e nero. Con Paola ho pensato di dar forma ad una pagina dove immagini, pensieri, parole, luci ed ombre, sogni e colori, realtà ed atmosfere immaginifiche, trovassero idealmente un luogo per comunicare, mostrare, tradurre la loro natura più profonda. Saranno sviluppati dei temi che speriamo stimolino la vostra partecipazione con commenti ed opinioni, consigli e testimonianze, comunicando realtà diverse e fotografando il tempo nel suo divenire. Grazie fin d’ora per la vostra partecipazione!

Mordy e Paola

Mi pareva di essere vicino a capire, senza riuscire però a capire, come capita di essere vicini a ricordare e non riuscire a ricordare.
Edgar Allan Poe
Da questa riflessione di un autore che prediligo vorrei partire per raccontare cosa suscita in me tale immagine.
Potrei usare diverse parole messe una vicina all’altra senza un apparente legame fra loro eppure rileggendole una alla volta un filo che le unisce c’è e si trova proprio nella tua fotografia:
tristezza, orizzonte, fine del mondo, alba, radiazioni, dolore, stordimento, comprensione, lettura, analisi, ferita aperta, linfa vitale.
Ci sono aggettivi che potrebbero legare le parole, verbi che sicuramente donerebbero un percorso ad ogni loro significato ma preferisco lasciarle così, una vicina all’altra, a guardarsi negli occhi per comprendere cosa accadrà loro, la stessa sensazione provata guardando e riguardando la tua immagine. Attendo di unire tutte le tessere del mosaico che si trovano in essa, sparse in ogni dove, nascoste da un’atmosfera apparentemente plumbea ed invece determinata a far emergere un’energia che si sente fin sotto i piedi, attraversare il pavimento della stanza come un sisma che apre mente e cuore.
Superficialmente si potrebbe aggiungere un aggettivo: cupa!
Non lo è, quasi mascherasse sotto quelle tonalità da giornata invernale un candore ed un calore che rimangono in sordina ad attendere. Cosa e chi non no ho idea ma l’attesa forse è l’unico concetto che rimane in mente e non vuole più uscirne fintanto che osservo questa tua foto.
Avrò riscritto questo commento alla tua immagine almeno 5 volte, neppure le parole sono convinte di sè stesse, cercano un nuovo arredamento mentale, si scambiano il posto non soddisfatte di quello che vorrebbero comunicare.
In questi casi solo la poesia viene in aiuto, essenziale, diretta, concisa, fulminante, in perfetto contrasto con tutto quello che vedo e sento uscire da questa tua visione. Una specie di compensazione naturale ideale per tradurre l’intraducibile, quell’umore che a volte ci attraversa e ci lascia vibrare come una corda di violino senza emettere alcun suono, piuttosto un urlo strozzato in gola!
Ecco la poesia: Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero.
-Italo Calvino,
ed io aggiungo senza voler essere pretenziosa ma solo collegandomi a questo incipit:
“Il luogo ideale della mente a volte coincide con quello dell’anima
ed allora, solo allora,
puoi ben dire di essere qui, nel presente,
di viverlo e di berlo,
di nutrirlo e di ospitarlo,
allora, e solo allora,
tornerai ad essere il viaggiatore del tuo tempo! P.P. 20/01/2013
Questa forse è la foto più difficile ch’io abbia mai guardato e cercato di leggere, proprio per questo motivo la trovo ancora più interessante delle altre, più stimolante. Grazie Mordy.
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 17, 2013 in Surreale

Verrebbe spontaneo citare una poesia di Robert Lee Frost ma non voglio farmi aiutare dai suoi versi perchè la tua immagine è essa stessa un verso poetico.
Provo a tradurre la suggestione che mi ha ispirato guardarla: la mia casa è in nessun luogo quindi paradossalmente può essere ovunque.
Da qui parto per comunicarti cosa mi trasmette quella figura che si sta incamminando verso un non luogo che ha dentro di sè, una strada che lo/la porterà verso un dove che necessariamente deve prima leggere nella sua anima e poi riconoscere all’esterno, trovando nell’orizzonte o nel paesaggio che lo circonda ciò che è e vuole essere.
Si usa dire spesso “il luogo dell’anima” senza forse comprendere fino in fondo a cosa si stia facendo riferimento. Tu in questa fotografia ci trasmetti la consapevolezza di una conoscenza che in nessun luogo riconosce il proprio luogo fisico e nell’anima l’unico compagno di viaggio possibile per raggiungerlo.
Hai mai letto una fiaba di H.C.Andersen “Il compagno di viaggio”?
Potrebbe essere questa tua immagine la copertina del racconto, ne hai inconsapevolmente tradotto lo spirito, personalizzandolo come è giusto che sia!
Che suggestioni stai ricreando usando la realtà e quelle atmosfere a te care che chiedono all’immaginazione di raccontare il viaggio di un anima ed i luoghi da lei attraversati!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 14, 2013 in Surreale, Torino

I colori che rendono liquido perfino il cielo uniti al volo degli uccelli ed al cipresso riescono ad infondere una tale serenità in questa tua immagine da perdersi al suo interno senza volerne più uscire. Sono proprio le sagome che delineano la vegetazione ad evocare presenze umane, sia in primo che in secondo piano.
Delimitano l’orizzonte ed il loro riflesso, permettendo alla realtà di insinuarsi in questa visione surreale che farebbe spalancare le braccia disarmando chiunque per la bellezza e la pace in grado di trasmettere. Quelle tonalità arancio, il giallo ed il cielo che grazie alle nuvole bianche non fa da contrasto al calore che trasmette la luce riflessa dal lago sono il punto di forza in questa foto.
Hai reso essenziali le figure, mettendole in ombra come fossero giù inghiottite dalla notte imminente ed il tramonto con la sua luce le abbraccia resistendo a quel buio che tutto avvolgerà di lì a poco. Il volo degli uccelli è ancora più struggente in questo contesto, la malinconia è percepibile, tangibile direi.
E’ un dipinto la tua visione che la fotografia ha trasformato in sogno!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 11, 2013 in Surreale, Torino

Titolo perfetto, la stanza segreta. Segreta, segreto come aggettivo e come sostantivo, termini che affascinano gli esseri umani attraversando epoche e culture diverse.
La stanza poi è un archetipo che ci portiamo dentro fin da bambini. Una stanza tutta per sè suggeriva Virginia Woolf alle donne, una stanza dove poter vedere ciò che è invisibile in altri luoghi. Dentro e fuori di noi, il reale e l’irreale si sfidano da quando nasciamo e non finiamo di stupirci del potere di tale contesa neppure di fronte alla morte.
Quello che mi colpisce nella tua trasposizione di tale idea è la luce che si diffonde in ogni spazio ed angolo di quella camera delle meraviglie che farebbe felice qualsiasi bambino.
Il fanciullo che è in noi adora queste suggestioni, ci sono momenti in cui ritorniamo ad essere il ragazzi e le ragazze che fummo per perderci in quella luce e sfoltire le ombre che s’infittiscono d’intorno come cantava un poeta.
Colgo poesia e musica nelle tue immagini, una poesia fatta di concetti e di luci, di ombre e di oscurità, di spazi e di finestre, di pensieri e di semplici fraseggi musicali, perchè gli esseri umani quando hanno bisogno di comunicare con le proprie ombre e le proprie luci questo fanno: trasformano le luci in armonie, l’oscurità in un ritmo infinito, pari a quel battito cardiaco che ci mantiene in vita. Questa stanza potrebbe essere il luogo dell’anima di ognuno di noi, segreta ovviamente, non potrebbe essere diversamente!
Segreta per quegli spazi che ogni giorno cambiano prospettiva e punti di riferimento, la stanza non rimane mai uguale a se stessa, come in un caleidoscopio di emozioni essa muta disposizione. Ciò accade alla nostra anima ed il segreto sta proprio nelle sue coordinate geografiche, nella sua disposizione nello spazio e nel tempo che neppure noi conosciamo e dobbiamo abituarci a scoprire di giorno in giorno, di notte in notte!
Bellissima ed armoniosa la stanza, segreta da te immaginata, inquietante ed affascinante la sua funzione e la sua architettura interna rispetto all’esterno che si intuisce essere aria, cielo, pensiero. L’anima e la ragione sono vicine di casa e la tua stanza segreta le fa comunicare con un semplice gesto: schiudere le finestre, ovvero aprire gli occhi!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 11, 2013 in Surreale, Torino

Nella scherma i contendenti alla fine di un duello si inchinano per rendere onore l’uno all’altro, un saluto che unisce il rispetto all’eleganza formale del combattimento appena terminato. In Italia questo senso di onestà e di lealtà reciproca manca purtroppo da tempo immemorabile.
La tua immagine in questo caso è simile ad una lama che fende le nostre anime, uno specchio d’acqua nero che inghiotte le nostre speranze, facendo affondare dopo averlo ferito il futuro di chi ancora deve scriverlo.
La luce crepuscolare indica pietà, la presenza umana che la statua evoca suggerisce uno sguardo dal passato che attende nuove da un presente e da un futuro irrimediabilmente inghiottito dal buio. Le ombre e la luce sembrano ballare insieme l’ultimo pezzo che l’orchestra della vita ha in serbo per loro prima di riporre i suoi strumenti e lasciare che la notte porti con sè una pace anestetizzata. Malinconia ed impotenza sono mitigate dalla luce di quel lampione, un faro nella notte, l’unica fonte di luce rimasta. Del resto gli esseri umani difficilmente abbandonano al suo destino l’unico dono lasciato dagli dei alla loro specie, la speranza, dopo che Pandora ebbe riversato da quel vaso tutti i mali su di loro.
Splendida Mordy, riassume perfettamente il tempo presente nel nostro paese!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 11, 2013 in Surreale, Torino

Qui mi sento come a casa, in un dipinto.
La pittura per me è una delle forme più alte della creatività umana, la fotografia e carne della sua carne, sorella e figlia allo stesso tempo. In questa fotografia l’atmosfera evanescente è così intensa e suggestiva da ipnotizzare e catturare l’attenzione fino a farti entrare in questo sogno attraverso il volo degli uccelli. Ci sono sogni che neppure a noi sono chiari eppure ci ricordiamo la sensazione provata durante quella lunga ed interminabile sequenza di eventi vissuti a livello onirico. Svegliandoci ne percepiamo ancora la dolcezza ricordando pochi dettagli.
Permane e resiste all’oblio della veglia solo una calma ed una serenità che nella tua immagine le ombre portano via con sè per restituirle a nuova luce, come fossero loro e soltanto loro a garantirne l’esistenza.
Paradossale vero? L’oscurità da vita alla luce e la luce ringrazia illuminandone gli angoli più oscuri per un attimo, brevissimo ma sufficiente a mostrare quelle ali che tu hai reso impalpabili come lo è il pensiero e la creatività.
Venezia con la sua bellezza crepuscolare permette simili voli pindarici della mente e le tue immagini accompagnano in questi voli dell’immaginazione come fossero sogni ad occhi aperti!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 11, 2013 in black and white, Surreale, Venezia

Una presenza oscura tenta di imprigionare i colori che il nostro universo dona alla realtà per declinarla nel tempo presente in tanti modi diversi per ogni cuore che batte.
Quel vortice di colori e le braccia di questa presenza che non riusciamo a definire nelle sue intenzioni inquietano ed allo stesso tempo incuriosiscono. Gli esseri umani possiedono sia la luce che le ombre dentro di sè, i colori li affascinano ma non sanno decifrarli, li usano, si imbevono delle loro sfumature, provano a studiarli, a definirne le leggi e la natura profonda nel loro apparire, provano a catturarli ma inevitabilmente sfuggono loro come sabbia fra le dita.
Quella presenza oscura tenta di ottenere l’impossibile, come se i colori fossero i vestiti delle nostre emozioni, le luci e le ombre si rivestono di quelle sfumature, poterle decifrare donerebbe un potere immenso, una conoscenza in grado di far comprendere ogni nostra azione prima ancora di essere pensata e realizzata.
Chi riesce a decifrare il codice segreto di quel vortice, a far parte di quel moto, a catturare quella spirale fonte di tutti i nostri desideri e sentimenti, potrebbe avere il nostro controllo.
Quella presenza oscura Mordy è la nostra nemesi.
Sai far parlare il nostro inconscio con una semplicità che pare incomprensibile proprio perchè diretta e visibile, priva di maschere e disarmante.
Nessuno mai crederebbe di trovarsi davanti ad una verità solo per il semplice fatto di vederla e di sentirla, molte persone credono fermamente che la verità sia una presenza oscura e nascosta, un segreto da svelare, invece la realtà delle cose a volte supera perfino la stessa immaginazione, quella umana in primis.
Tu ce lo rammenti in ogni tua immagine surreale, ti ringrazio per questo!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 10, 2013 in Surreale

Tutte quelle facce stilizzate sembrano uscire da un luogo che mi rammenta il cervello umano, sono la rappresentazione di ognuno di noi quando in modo anonimo ci gettiamo nella corrente quotidiana della vita, Alcuni passano accanto agli altri senza neppure sfiorarli con uno sguardo, sempre di fretta oppure così stanchi da non riuscire ad alzare la testa dal suolo mentre camminano. Nelle piccole città questo succede meno ma accade comunque, nelle grandi metropoli o nei centri urbani dove i pendolari ogni mattina si riversano dalla cintura suburbana vicina, si prova la stessa sensazione che osservo in questa tua visione.
Si sale sul treno come addormentati e si scende seguendo l’onda che si riversa nel metrò o sugli autobus, si vive come sospesi in una bolla che prima o poi scoppia ed allora senti e vedi tutto come se fossi capitato in quel tempo ed in quel luogo per la prima volta.
Capita di sentirsi dire: ” hai lo sguardo assente, sei distante, ma dove ti trovi? Quello che è peggio e sentirsi tali senza che qualcuno te lo chieda, quel senso di anonimato che senti nei passi e non ti lascia facilmente, a volte protettivo altre minaccioso, comunque sempre innaturale per quel bisogno insopprimibile della natura umana di essere nel confronto continuo con l’altro.
Chi sente il bisogno di concentrarsi fino a tal punto di vivere come un eremita, si concentra e comunica con l’universo intero, riceve e trasmette un’energia tale da aver bisogno di quella solitudine per ascoltare il respiro del mondo intero.
Essere soli in mezzo alla folla invece è quello che la tua visione mi suggerisce ed è una percezione non è facile da gestire ne da elaborare, men che meno da vivere!
La creatività passa anche attraverso questo stato di alienazione, alcuni riescono a sublimarla, certi artisti lo hanno fatto in modo incomparabile, costando loro lacrime e sangue, sfiorando la follia. Ci sono luci che a volte portano dritto verso un’oscurità assordante, essere vivi e non sentire altro che il battito del proprio cuore accanto a corpi e volti simili a manichini, invisibili a se stessi, privi apparentemente di vita e di anima, percepire l’essenza dell’anonimato, è un’esperienza che fa rabbrividire come se una febbre improvvisa devastasse il senso più profondo della nostra umanità! Stupenda questa tua immagine, a volte ho l’impressione che tu sia una via di mezzo tra un moderno cantastorie ed un narratore antico che, invece di usare la tradizione orale come faceva Omero girando di piazza in piazza, mostri e narri le tue storie attraverso visioni fotografiche, in bianco e nero o a colori, usando simboli universali od archetipi degni dei migliori racconti epici, leggendo ed interpretando il nostro tempo!
Paola

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Immagine  —  Pubblicato: gennaio 8, 2013 in black and white, Surreale, Torino